Descrizione Progetto

Cedar Lebanon Shouf Reserve

Scheda Progetto

Titolo del progetto: Dagli Appennini allo Shouf: migrazioni di esperienze e conoscenze attraverso il Mediterraneo – ASMed (“From the Apennines to the Shouf: migrations of experiences and knowledge across the Mediterranean”)

Il bando: L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) del Ministero degli Affari Esteri, ha lanciato nel 2020 un bando rivolto agli enti territoriali ed ai piccoli comuni dal titolo “Promozione dei Partenariati Territoriali e implementazione territoriale dell’Agenda 2030”. 

Il bando mira a promuovere dei “partenariati territoriali” multistakeholder; questi svolgono un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 in quanto, tramite di essi, si riesce in modo più efficace ad individuare le priorità dei partner locali, a rispondere alle necessità di sviluppo economico, ambientale e sociale dei territori, e a realizzare programmi di sviluppo sostenibile coerenti con tali necessità, mediante il coinvolgimento attivo degli attori locali (istituzioni, università, soggetti no-profit, imprese, etc.) che operano a più livelli. Questo programma è finalizzato alla promozione di un’effettiva localizzazione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e a rafforzare i legami e i partenariati tra enti territoriali italiani e autorità delle comunità locali/regionali dei paesi beneficiari.

Partner del progetto: Capofila del progetto è il comune di Fontecchio, cui sia affiancano, come partner locali Italiani, il CEA Torre del Cornone – ILEX di Fontecchio, la cooperativa forestale Leaflab, l’ONG Oikos di Milano mentre, per il lato libanese, troviamo la Al Shouf Cedar Reserve (ACS), associazione di grandissima esperienza e concretezza, che gestisce la Riserva della Biosfera dello Shouf  (SBR), dove vivono le ultime foreste di cedro del Libano. La Foresta Modello Valle Aterno non è presente come partner, dato che alla data di presentazione del progetto non esisteva ancora, ma è l’area principale nella quale si rintracciano le “buone pratiche”. 

Il Comune di Fontecchio, ente territoriale nel quale sono state attuate parte delle buone pratiche oggetto dell’intervento, ha un ruolo istituzionale e di coordinamento, oltre che responsabile tecnico per le attività in Italia; il partenariato territoriale italiano include ILEX e Leaf Lab con un ruolo operativo nel facilitare il trasferimento di esperienze abruzzesi, mentre Oikos accompagna il Comune di Fontecchio nella gestione del progetto in termini di efficienza operativa e amministrativa e fornisce supporto nella comunicazione. Al-Shouf Cedar Society (ACS) facilita le relazioni con le istituzioni libanesi e garantisce lownership da parte di beneficiari e stakeholders capitalizzando relazioni e conoscenza dell’area target. 

Aree interessate: Area beneficiaria: Riserva della Biosfera dello Shouf, (Shouf District, Mount Lebanon Governorate, Libano).

Aree da cui vengono attinte le buone pratiche: Foresta Modello della Valle dell’Aterno, Parco Regionale Sirente Velino e regioni vicine, Foresta Modello delle Montagne Fiorentine. 

In particolare, il territorio che trarrà i maggiori benefici dal progetto è la Riserva della Biosfera dello Shouf (SBR) che, con un territorio di 50.000 ettari è la più grande area protetta del Libano e di tutta la porzione Mediterranea del Medio Oriente. Si estende sul territorio di 22 municipi, con un totale di circa 116.000 abitanti (di cui 48.800 rifugiati siriani, equivalenti al 5% dei rifugiati presenti in territorio Libanese) che vivono o svolgono le loro attività economiche nella cosiddetta “Development Zone”, l’area più esterna della Riserva. L’autorità competente per la SBR è il Ministero dell’Ambiente Libanese (MoE), che ne ha affidato la gestione all’Associazione Al Shouf Cedar Society (ACS), stabilita ufficialmente nel 1994 con il mandato specifico di gestire l’area, con l’ausilio di un Comitato per l’Area Protetta (Appointed Protected Area Committee  APAC) di cui fanno parte a rotazione anche i sindaci di 2 villaggi adiacenti ed esperti ambientali indipendenti.

Nel 2005 la SBR è stata designata dall’UNESCO come Riserva della Biosfera. Le risorse idriche all’interno del suo territorio alimentano gran parte della regione: ricoprono pertanto una funzione vitale non solo per gli abitanti di questi villaggi ma anche per le città e zone limitrofe, inclusa Beirut.

La situazione nella SBF

La Riserva della Biosfera dello Shouf è caratterizzata dalla presenza di importanti risorse naturali – Acqua, Terreni agricoli e prodotti del territorio, Foreste – che sono oggi pesantemente minacciate dagli effetti derivati dai Cambiamenti Climatici, aggravati dalla mancanza, da parte degli Enti Territoriali Locali e degli Attori Privati di: capacità di gestione, modelli di rifermento, una governance pluri-settoriale e condivisa per affrontare una gestione integrata delle risorse e un approccio integrato alla risoluzione dei problemi. In tal senso, il patrimonio di conoscenze ed esperienze sviluppate, in Abruzzo ed in Italia, dal Comune di Fontecchio con la sua rete di partner del territorio viene impiegato in questa proposta per costruire nella SBR un percorso integrato per lo sviluppo di capacità e la messa in atto di attività pratiche di accompagnamento al percorso che contribuiscano a creare engagement tra gli attori coinvolti.

Il progetto: Il progetto promuove un nuovo approccio programmatico e partecipativo per la gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e per la promozione di opportunità economiche, approccio riconosciuto come modello per contrastare il cambiamento climatico nella Riserva della Biosfera dello Shouf. 

Strategia

Il progetto promuove azioni di scambio Italia‐Libano ai fini di replicare buone pratiche (workshop e visite in Libano e Italia). Vengono consolidati i legami interni al network dei partner e facilitata la nascita di nuove collaborazioni, che rafforzano un sistema di interscambio di conoscenze oltre la fine del progetto (adesione a Network internazionali, gemellaggi).

Sono stati realizzati scambi di esperienza in Libano, Abruzzo e Toscana, dove una delegazione di ricercatori libanesi ha potuto verificare sul campo modelli di lavoro e buone pratiche.

La strategia dell’intervento è fondata sulla modellizzazione e integrazione di buone pratiche settoriali di gestione delle risorse naturali e dell’economia agro‐silvo‐pastorale realizzate dal partenariato territoriale abruzzese e nei territori vicini. Il progetto favorisce la creazione di meccanismi partecipativi di gestione che permettano la poerpetuazione a lungo termine delle attività di conservazione e promozione degli agro‐ecosistemi in base ai modelli sperimentati in Abruzzo, inquadrandoli secondo schemi gestionali partecipativi come Foresta Modello, Water Framework Directive e filiere a km 0. 

Sono coinvolti i seguenti gruppi target:

  1. Le istituzioni locali della SBR, con azioni di capacity building, accesso a raccomandazioni e linee guida per la definizione di processi partecipativi delle rispettive comunità locali;
  2. Le istituzioni della società civile e del settore privato (attenzione alla partecipazione femminile e dei gruppi svantaggiati) con il consolidamento del rapporto reciproco e con le istituzioni pubbliche ;
  3. La società civile ed il settore privato con la creazione spazi di concertazione a favore dei cittadini;
  4. Gli imprenditori agricoli con la creazione di strumenti comuni e inclusivi per garantire maggiore accesso a opportunità di reddito 

Interventi previsti

1. Un “Contratto di Fiume” nello Shouf

Risultato atteso da questo intervento: Gli Enti Territoriali Locali, utenti locali e portatori di interesse si avvalgono di strumenti volontari di programmazione strategica e partecipata per la gestione delle risorse idriche. Si fa riferimento al modello di “Contratto di Fiume” indicato e promosso dalla Direttiva Acque della UE (Water Framework Directive) e cioè agli strumenti di pianificazione partecipata applicati nella gestione di molti bacini fluviali in Europa 

Il “Contratto di Fiume” mira ad assicurare una corretta “governance” della risorsa idrica basata sullo stretto coordinamento tra le diverse politiche e sulla partecipazione, promuovendo il dialogo e la collaborazione con le comunità e i diversi portatori di interesse.

In questo campo di azione, il progetto prevede: 

  1. Un programma di formazione in Libano e di assistenza sia in Libano che da remoto per avviare il contratto di fiume (CdF) in uno dei corsi d’acqua della SBR e delle aree più prossime;  
  2. Un viaggio di studio in Abruzzo e nelle regioni vicine per conoscere alcune buone pratiche relative allo sviluppo ed all’applicazione dei contratti di fiume. Sono stati visitati i fiumi Aterno, Aniene, Tirino e Cornia.
  3. Accompagnamento tecnico all’adattamento ed all’attuazione modelli partecipativi del CdF al contesto specifico della SBR per la gestione di un bacino fluviale nello Shouf. 
  4. Stesura conclusiva di un “libro bianco” che rappresenti il “contratto di fiume” da sottoscrivere da parte di tutti i portatori di interesse coinvolti. Per raggiungere questo risultato
      1. si parte dall’Identificazione partecipata del bacino fluviale (che è stato identificato nel bacino del fiume Awali)
      2. Mappatura degli attori pubblici e privati e rispettivi usi del bacino fluviale selezionato
      3. Assistenza tecnica e definizione, in presenza e da remoto del “Libro bianco”, strumento di gestione comune del bacino fluviale
  5. Gemellaggio fra Foresta Modello Valle Aterno, Parco Naturale Regionale Sirente-Velino e SBR per formulare proposte di progetti comuni, che promuovano collaborazioni tra paesi affacciati sul Mediterraneo sul tema della gestione sostenibile dei corpi idrici superficiali
  6. Identificazione partecipata e realizzazione di piccole opere di miglioramento di un sistema di raccolta e distribuzione dell’acqua

Sono previsti:

  • Tavoli tecnici e multi-attore per la selezione dell’opera
  • Realizzazione e collaudo dell’opera 

In linea con il processo partecipativo intrapreso per il contratto di fiume, il progetto faciliterà tavoli tecnici e multi-attore di concertazione per la selezione dell’opera. All’attività parteciperanno gli attori coinvolti nel percorso per redigere il libro bianco/contratto di fiume

La selezione prevedrà la scelta tra le opere indicate nel “Libro bianco”, identificate come prioritarie dagli utenti e dalle Istituzioni. Saranno valutate opere di riabilitazione dei tradizionali sistemi di raccolta (laghi collinari) e di distribuzione dell’acqua a scopi agricoli e civili. In dettaglio, si valuteranno interventi di ripristino dei bacini di raccolta per aumentarne la capacità di captazione e stoccaggio, ed eventuali migliorie nei sistemi di distribuzione per migliorarne l’efficienza e diminuire le perdite d’acqua. 

2. Filiere corte dei prodotti agro‐alimentari dello Shouf

L’obiettivo di questa seconda azione del progetto è quello di far sì che gli Enti Territoriali Locali e gli imprenditori agricoli operano in maniera coordinata nella gestione di “filiere corte” dei prodotti agro-alimentari della SBR con ricaduta sull’incremento di reddito

Questa seconda linea di lavoro è affrontata adattando al contesto locale dell’SBR l’esperienza della di Slow Food in Abruzzo, del “mercato Contadino dell’Aquila, del Gruppo Produttori Solidali dell’Alto Aterno, dell’azienda “La Porta dei Parchi di Anversa degli Abruzzi e di tanti altri produttori sparsi nell’entroterra Abruzzese e nella Valle dell’Aterno.  

Sulla base di questi modelli, ILEX coordina il percorso per migliorare la filiera agro‐produttiva nella SBR. 

Anche qui sono previste:

  1. Un programma di formazione in Libano e di assistenza sia in Libano che da remoto per identificare le possibili aree d’intervento per le quali è necessaria assistenza (è stato identificato il settore zootecnico dato che per le produzioni vegetali sono già state oggetto di precedenti progetti di sviluppo). Il programma sarà strutturato nelle seguenti sessioni: 
    • Due workshop brevi con imprenditori agricoli nei quali saranno esposte le buone pratiche intraprese in Abruzzo al fine di accorciare la catena di vendita e valorizzare la produzione locale. 
    • Due avoli multi-attore nei quali saranno coinvolti anche i rappresentanti delle istituzioni.  Nei tavoli si intende creare un confronto partecipato sui modelli abruzzesi sopra citati e valutarne vantaggi e limiti. Tali modelli saranno presi come esempio per ideare strumenti di marketing per promuovere la vendita di prodotti agro-alimentari a km 0 nel contesto dello Shouf.
  1. Un viaggio di studio in Abruzzo e nelle regioni vicine per conoscere alcune buone pratiche relative alle produzioni zootecniche della montagna abruzzese.
  2. Sviluppo di strumenti di marketing capaci di valorizzare la produzione agro‐alimentare con un’identità d’origine; in particolare saranno realizzate:
    • produzione e distribuzione di 1 catalogo dei prodotti locali della SBR
    • creazione di 1 pagina dedicata nel sito web www. shoufcedar.org per promuovere la vendita online
    • creazione di 1 pagina dedicata nel sito web www.forestamodellovalleaterno.it in promozione del progetto
  1. investimenti finanziari per l’accesso ai mercati. Questa attività svilupperà un bando per l’assegnazione di fondi di dotazione capaci di consentire l’accesso ai mercati locali da parte degli imprenditori agricoli e rendere effettivamente sostenibili le loro aziende familiari. L’azione prevede:
    • elaborazione di procedure e regolamenti del bando di assegnazione dei fondi disponibili
    • organizzazione di una sessione informativa, aperta ai potenziali beneficiari 
    • selezione e assegnazione dei fondi di dotazione
    • assistenza individuale ai beneficiari

3. Lo Shouf come prima Foresta Modello nel Medioriente

Obiettivo di questa terza azione è quello di far sì che in Libano gli enti territoriali locali e gli attori del settore privato acquisiscono buone pratiche e conoscenza nel settore della gestione e della pianificazione dei paesaggi agro-forestali e delle loro risorse, con speciale riferimento ai prodotti forestali non legnosi, le biomasse, ed il turismo. 

Il progetto propone un processo di coaching da parte del team di Leaf Lab sulle esperienze della Foresta Modello della Valle dell’Aterno e della Foresta Modello della Montagna Fiorentina. L’obiettivo è quello di  sviluppare capacità ed un itinerario operativo per far divenire lo Shouf primo membro mediorientale del network internazionale della Foresta Modello (Model Forest), adottando metodi e percorsi partecipativi basati sull’esperienza delle Model Forest, da adattare alla situazione socio-politica e al sistema di governance del Libano. Il percorso avrà come obiettivo principale l’identificazione di un piano d’azione ed un calendario (road map) per l’adesione della Riserva dello Shouf al network globale della Foresta Modello, rafforzando così la presenza di siti mediorientali.

In questo percorso, il ruolo preponderante viene giocato dal Segretariato della Rete Mediterranea delle Foreste Modello, gestito dalla Regione Toscana. 

Anche per questa terza azione del progetto, sono previsti gli strumenti già descritti per le due precedenti azioni:

  1. un programma di formazione in Libano e di assistenza sia in Libano che da remoto per avviare il percorso di riconoscimento della SBR un’area prossima ad essa come “foresta modello”, membro a pieno titolo dell’International Model Forest Network (IMFN).

Un esperto del Segretariato Mediterraneo  sarà incaricato di svolgere il percorso di formazione in Libano.  Il programma sarà strutturato in: 

  • sessioni teoriche nelle quali saranno esposti i metodi e percorsi partecipativi basati sull’esperienza della Foresta Modello della Valle dell’Aterno (3 giornate);
  • due tavoli multi-attore nei quali saranno condivise le esperienze in Italia, con focus sull’approccio multi-attore perseguito lungo il processo; 

I partecipanti acquisiranno conoscenze sugli strumenti partecipativi e sull’approccio multi-attore adottato in Abruzzo e Toscana, che potranno capitalizzare nel promuovere la partecipazione attiva dei portatori di interesse nella gestione del paesaggio agro-forestale nello Shouf.

  1. un viaggio di studio in Abruzzo ed in Toscana per conoscere l’esperienza di una nuova (Abruzzo) o di una più matura (Toscana) foresta modello. La visita di conoscenza in Italia punta a mostrare i processi per la creazione delle FM della Valle dell’Aterno e delle Montagne Fiorentine e consentirà la visita ad una centrale a biomassa. I partecipanti saranno accompagnati dai rappresentanti del Comune di Fontecchio, dell’Associazione Foresta Modello Valle Aterno, del Segretariato della Rete Mediterranea delle Foreste Modello (MMFN) e dell’Associazione Foresta Modello delle Montagne Fiorentine. Durante la visita saranno organizzati incontri ad hoc con gli attori che hanno partecipato ai processi, con lo scopo di creare uno spazio di scambio Libano-Abruzzo.
  2. accompagnamento tecnico, in presenza e da remoto, all’adattamento ed all’attuazione modelli partecipativi previsti per le foreste modello al contesto specifico della SBR
  3. azioni pilota di valorizzazione delle biomasse attraverso l’adattamento eco‐compatibile di due edifici pubblici. Questo azione di campo prevede:
  • selezione di due edifici di importanza simbolica nel territorio della SBR, dove si realizzeranno impianti di riscaldamento dimostrativi a biomasse. In base alla mappatura realizzata per la preparazione di questo progetto, i due edifici saranno la House of Biodiversity, il nuovo centro visite della SBR che si sta costruendo nel Comune di Khreibeh ed una scuola primaria situata in uno dei centri della Riserva. 
  • realizzazione e collaudo delle opere
  • potenziamento della Centrale di produzione di bricchetti di biomassa di Kfarfakoud (gestita dall’impresa sociale “Green for Ever”) nei pressi della SBR e piano di produzione per garantire la fornitura della biomassa necessaria

4. Conferenze e diffusione dei risultati

Il progetto prevede una serie di iniziative per divulgarne i risultati e per documentare quanto è stato fatto così da consentirne una replica.

In particolare sono previste:

  1. la pubblicazione di un fascicolo che raccolga i materiali didattici e metodologici prodotti per i tre corsi realizzati e che includa un’analisi della situazione dello Shouf ed una serie di schede descrittive delle buone pratiche oggetto di visita in Italia ed altre che sono state ritenute suscettibili di adattamento e replica nello Shouf
  2. l’organizzazione in Italia di un seminario residenziale rivolto a rappresentanti della rete Medforval – High ecological value Mediterranean forests network (network delle foreste mediterranee ad alto valore ecologico) per diffondere i risultati del progetto.
  3. l’organizzazione di una conferenza pubblica conclusiva in Italia sui risultati del progetto e sui metodi di partecipazione adottati per i tre filoni di lavoro.
  4. Due workshop in Libano, uno a livello locale ed uno a livello nazionale per la presentazione dei risultati ottenuti e delle metodologie utilizzate, con lo scopo di diffondere la buona pratica realizzata e promuovere la sua replica nella SBR.

Alcune “pillole del progetto”

Contratto di Fiume

Val di Cornia – subito dopo l’arrivo all’Aeroporto di Roma, il gruppo si è spostato nella Toscana meridionale per conoscere l’esperienza del contratto di fiume della Val di Cornia. Qui, gli ospiti sono stati accolti da Giancarlo Gusmaroli, formatore per il progetto ASMED, ingegnere ambientale esperto di gestione integrata delle risorse idriche e membro dell’Unità Tecnica di Supporto dell’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume. Siamo stati accolti presso gli uffici del “Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa” per la presentazione del progetto UE – Life “Rewat – sustainable water management of lower Cornia Valley” che ha condotto il contratto di Fiume. Quattro sono gli interventi dimostrativi sul fiume che abbiamo visitato: 1) la messa in opera di un impianto prototipale di ricarica della falda in condizioni controllate; 2) riqualificazione morfologica e rinaturalizzazione dell’alveo del fiume Cornia; 3) Impianto di riutilizzazione delle acque reflue di un depuratore per l’irrigazione di un campo sportivo; 4) Impianto di micro-irrigazione superficiale in agricoltura.

 Visita alla cooperativa il Bosso sul fiume Tirino – Una volta giunti in Abruzzo, assieme agli ospiti Libanesi, abbiamo fatto visita alla cooperativa “il Bosso” con sede a Capestrano AQ). Questa cooperativa è un brillante esempio di impresa che si è sviluppata a partire dalla “risorsa fiume” lungo il quale sono stati sviluppati una serie di servizi di turismo “slow” basati principalmente su itinerari in canoa cui si sono affiancati negli anni un quantità di altri servizi di turismo rurale di qualità: trekking e cammini; ebike e biciletta classica; passeggiate a cavallo; ricettività rurale; weekend sport e natura; educazione ambientale, formazione, ristorazione. Il gruppo ospite ha visitato la sede della cooperativa ed a pranzato presso di essa dopo aver assistito alla presentazione della cooperativa e delle sue molteplici attività. Dopo pranzo hanno preso pare ad una magnifica escursione sul limpidissimo fiume Tirino.

Foresta Modello

Passeggiata patrimoniale fra le faggete del Sirente – Per far conoscere agli ospiti Libanesi il percorso intrapreso dalla FM della Valle dell’Aterno, si è pensato, nel poco tempo concesso, di farli partecipare ad una delle cosiddette “passeggiate patrimoniali” che hanno accompagnato con successo le ultime estati dell’associazione. La passeggiata che si è snodata nelle splendide faggete ai piedi del versante nord del Sirente, ha consentito agli ospiti di incontrare, lungo il percorso, una serie di testimoni del territorio (tecnico forestale, botanico, allevatore, guide escursionistiche, imprenditrice, paesaggista, associazione locale ecc) che hanno raccontato la loro partecipazione alla foresta modello ed hanno esposto le loro opinioni – spesso divergenti – sui criteri di gestione del bosco. Gli ospiti hanno anche pututo conoscere il Parco Sirente Velino che ha dato loro il benvenuto ed il sindaco di Fontecchio, capofila del progetto ASMed. Qui hanno anche visitato un piccolo impianto a biomassa gestito dal Comune stesso ed alimentato da legname cippato locale. 

Foresta Modello della Montagna Fiorentina

Terminate le visite in Abruzzo, la rappresentanza Libanese si è spostata, assieme agli organizzatori, nella Foresta Modello della Montagna Fiorentina (Toscana) che è stata la prima FM in Itali ed ha rappresentato un ottimo e motivante esempio di processo partecipato anche per la nostra foresta modello quando muoveva i suoi primi passi. Gli ospiti hanno potuto incontrare i rappresentanti delle commissioni dell’associazione (turismo, filiere, ambiente e società, foreste), un rappresentante del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e poi visitare la “Forersta Meraviglia” e le sue istallazioji didattiche, ludiche ed informative. A seguire siamo stati condotti a visitare il bellisimo arboretum della foresta di Vallombrosa, un grande impianto a biomasse che scalda l’abitato di Pomino ed infine una segheria privata dove viene utilizzata un’innovativa tecnologia portatile per la classificazione dei legnami.      

Agricoltura a km zero

Mercato contadino dell’Aquila

Il Mercato contadino dell’Aquila è un’iniziativa sviluppata negli anni successivi al terremoto abruzzese del 2009. Grazie ad alcune donazioni e finanziamenti per la ricostruzione, un gruppo di soggetti tra cui l’associazione Slow Food, la Confederazione Italiana Agricoltori – CIA ed altri, ha promosso l’idea di un luogo che negli anni difficili del post sisma, potesse offrire ai cittadini la possibilità di acquistare prodotti della terra provenienti direttamente dalle aziende agricole locali. Si è così costituita una cooperativa che ha cominciato a gestire un nuovo edificio, realizzato con i fondi raccolti e costruito in un’area del comune dell’Aquila che l’ha messa a disposizione con una forma di comodato. Dopo diversi anni il Mercato Contadino è un punto di riferimento per coloro che vogliono fare una spesa eticamente giusta e si fa intermediario tra piccoli produttori offrendo loro uno spazio di vendita e i clienti locali che si richiamano a una spesa attenta alla qualità e all’impatto sull’ambiente. Prodotti freschi e confezionati vengono quindi portati dai singoli produttori che decidono anche il prezzo. La cooperativa poi ricava un suo margine per la gestione del personale e della struttura. 

Gruppo Agricoltori Solidali  (Montereale – AQ)

Il Gruppo di Produttori Solidali (GPS) è una rete di imprese agricole che lavora nei territori di alta collina e media montagna dell’Alta valle dell’Aterno tra Montereale e comuni limitrofi. Parte dell’area interessata ricade nel perimetro del Parco Nazionale Gran Sasso e monti della Laga ma l’impresa riguarda anche territori della provincia di Rieti. I membri della rete sono sia agricoltori che allevatori e forniscono prodotti freschi, salumi, legumi, prodotti caseari e in generale prodotti trasformati. Il gruppo condivide attrezzature produttive e commercializza congiuntamente i prodotti attraverso una rete di GAS (soprattutto nel centro e nord Italia). La spinta e la necessità di unire le forze tra queste realtà produttive sono conseguenze dei devastanti terremoti del 2009 e del 2015 che hanno colpito tutta l’area di produzione mettendo in difficoltà le singole aziende. Nel 2019 si concretizza il GPS con la nascita di un coordinamento di 17 aziende a cui altre si uniscono successivamente o collaborano dall’esterno. Vari contatti personali accompagnati da una concreta volontà di aiuto da parte di numerosi GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) del centro-nord Italia, nei confronti di queste realtà in difficoltà, hanno stimolato i locali imprenditori agricoli a unire le loro forze e collaborare mutualmente per sopperire alle difficoltà che singolarmente non erano più affrontabili.

Capre & co (San Pio delle Camere (AQ)

Capre & Co. è una società attiva nelle coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali per la produzione casearia. Nata intorno al 2017, l’azienda familiare composta da Giulia e dal marito si occupa di tutte le fasi di lavorazione della filiera del formaggio. La determinazione di questa idea imprenditoriale ha portato la coppia a lasciare impieghi lavorativi a tempo indeterminato e di investire tutto in questo progetto. Giulia non ha potuto avvalersi di finanziamenti pubblici nazionali o europei finalizzati all’avvio di attività simili, perché la coppia non si è trovata nelle condizioni di poter anticipare i fondi secondo i regolamenti e le disposizioni richieste dai bandi. In azienda vengono allevati capre e mucche al chiuso e al pascolo, in terreni di proprietà o in comodato. Altri terreni vengono coltivati per la produzione in proprio di fieno. I terreni lavorati o a pascolo hanno un’estensione complessiva di circa 15 ettari. L’azienda è dotata di stalle e di un caseificio, pertanto tutte le fasi di lavorazione vengono direttamente seguite dai titolari e in un territorio limitato nell’area del comune di San Pio delle Camere (AQ). Questa impostazione organizzativa consente a Capre & Co. il controllo completo della filiera e quindi di poter anche lavorare il proprio latte crudo, cioè non pastorizzato, potendo garantire il rispetto di rigidi standard normativi di carattere sanitario a tutela del consumatore.

Coop ASCA – Bio Agriturismo “la Porta dei Parchi” – Anversa degli Abruzzi (AQ)

 Lo sviluppo di ASCA è legato a Manuela Cozzi e Nunzio Marcelli che rappresentano il motore della Cooperativa e della rete di organizzazioni che le sono nate attorno negli anni. Manuela, toscana di origine, si laurea in Scienze agrarie all’Università di Firenze discutendo una tesi in sull’alimentazione degli ovini ed entra in contatto con l’ASCA, fondata da Nunzio Marcelli nel 1977. Nunzio, laureatosi in Economia Agraria, aveva nel frattempo sviluppato un progetto di valorizzazione delle aree marginali abruzzesi attraverso l’allevamento ovino. Nel 1980, il progetto viene finanziato dall’allora Cassa del Mezzogiorno. L’allevamento ovino tradizionale non era, però, in grado di sopravvivere in un mercato con prezzi in costante calo: nessuno dei prodotti “tradizionali” dell’allevamento poteva trainare lo sviluppo della cooperativa. Per aumentare il valore aggiunto dell’allevamento, si decise di portare all’interno le fasi produttive con maggiori profitti (macellazione e produzione formaggi) con la conseguente necessità di dotarsi di mattatoio e caseificio, a norma. Questi investimenti non potevano essere però sostenuti degli scarsi margini d’impresa e quindi, a partire dal 1987, la Cooperativa – fra i primi in Abruzzo – diversificò l’attività nell’agriturismo, ritenendo che questo potesse – superando la stagionalità dei prodotti zootecnici – sia finanziare gli investimenti, sia far conoscere i propri prodotti e rappresentare così, in un’economia agricola montana, un’importante opportunità, non a caso sostenuta da sussidi pubblici. Gli ospiti, infatti, avrebbero potuto acquistare lana, carne e formaggi in azienda e, una volta a casa, avrebbero potuto ordinare nuovi prodotti per corrispondenza e farli conoscere. L’agriturismo ha ottenuto un buon successo, con una domanda spesso superiore all’offerta, così da indurre la ASCA, in caso di “tutto esaurito”, a girare la domanda ad altre aziende ed alle case private del borgo di Anversa. L’agriturismo ha poi ampliato l’offerta con programmi per le scuole, “lezioni in fattoria”, corsi sulla tintura naturale della lana o di tessitura. Infine, è stato inserito nel circuito Slow Food e dei “Laboratori del Gusto” per cui, al ristorante, vengono spiegati gli ingredienti utilizzati, le caratteristiche organolettiche ed i processi produttivi.  

Le ridotte dimensioni della ASCO non consentivano però economie di scala e un impiego ottimale di mattatoio e caseificio che hanno una produttività superiore ai fabbisogni interni. Era perciò necessario unirsi con altri allevatori, specializzando ciascuna azienda su una particolare filiera. Nel 1987, così, nasce, con 176 aziende e 40.000 capi, l’Associazione Regionale Produttori Ovi-caprini (ARPO) che ha condotto un’aspra trattativa con le autorità sanitarie per superare alcune norme europee dell’HACCP – spesso volute dalla grande industria alimentare – contrarie all’uso del latte crudo, le cui preziose caratteristiche derivanti dal pascolo brado, vengono perse al 70% con la pastorizzazione. Esito della trattativa fu la costituzione di un albo dei formaggi tipici abruzzesi, con tanto di disciplinari che consentivano anche l’uso del latte crudo. Un secondo ruolo di ARPO – a partire dal 1996 – è la caseificazione del latte di molti soci che viene controllato nella qualità, garantito per la sicurezza igienico-sanitaria, trasformato e commercializzato, attraverso il Consorzio “Parco Produce”. Infine, l’Associazione ha organizzato una sezione, oggi con ben 15 aziende (tra cui ASCA), che dà la certificazione biologica ai soci e che, per consentire la caseificazione estiva, con gli animali al pascolo, ha acquisito un caseificio mobile.

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